sabato 22 marzo 2014

A proposito dello sciopero dei bibliotecari di maggio 2013


Il 20 giugno 2013 è stata pubblicata nella pagina della posta del quotidiano L'Adige una mia lettera sullo sciopero dei bibliotecari della biblioteca comunale di via Roma a Trento.
Ho conservato una copia del giornale perché quella lettera è una delle rare cose della mia miserabile vita di cui posso dirmi soddisfatto.
Non so se i bibliotecari hanno apprezzato la lettera. Spero almeno che il mio intervento non richiesto non li abbia infastiditi.

In alto: il giardino interno della biblioteca dopo una nevicata. Foto di Luciano Palombi dalla pagina di Facebook della biblioteca.

Dopo il Continua c'è la lettera.


Gentile direttore,
la mansione di bibliotecari nella biblioteca comunale di via Roma a Trento è svolta in parte dai dipendenti di una cooperativa alla quale il Comune ha appaltato il servizio. La cooperativa che attualmente sta gestendo il servizio (CAeB) ha perso il nuovo appalto e il 30 giugno sarà sostituita da una nuova cooperativa. A metà maggio i lavoratori della CAeB non avevano ancora saputo se sarebbero stati assunti dalla nuova cooperativa o se avrebbero perso il lavoro. Non avevano ricevuto nessuna comunicazione né dalla nuova cooperativa né dal Comune di Trento. Per questo motivo avevano indetto uno sciopero iniziato sabato 11 maggio e durato alcuni giorni.
Nel pomeriggio di sabato 11 maggio sono andato in città apposta per studiare, ma non ho potuto farlo a causa della chiusura per sciopero. Anziché provare fastidio, sono stato contento di avere trovato la biblioteca chiusa perché sapevo che i bibliotecari protestavano per un motivo importante, valido e condivisibile.
I bibliotecari sono stati vittime di scelte infelici del Comune, che prima ha appaltato il servizio a una cooperativa per risparmiare sui costi del personale (trasformando in precari dei posti di lavoro che di fatto devono essere coperti a tempo indeterminato) e poi ha abbandonato i lavoratori a se stessi.
Io penso che lo sciopero dei bibliotecari andasse appoggiato perché la biblioteca è una struttura al servizio della cultura. La cultura è scambio di idee, quindi implica comunicazione e relazioni reciproche. Non possono esserci relazioni reciproche, comunicazione, scambio di idee e in definitiva cultura se una delle parti, il Comune di Trento in questo caso, fonda il suo comportamento sulla sopraffazione e il menefreghismo. Non è così che immagino la cultura. Se davvero la biblioteca è al servizio della cultura, allora è proprio in quel luogo, prima che in qualunque altro, che certe cose non dovrebbero succedere.
Quel giorno la cultura non andava cercata nei libri ma nel comunicato dello sciopero affisso alla porta della biblioteca. Nonostante avessi capito immediatamente il motivo della chiusura della biblioteca ho voluto leggerlo dalla prima all'ultima parola. Era l'unica cosa che potevo fare, nel mio piccolo, oltre a scrivere queste righe.
Negli ultimi anni ho avuto il piacere di apprezzare la gentilezza e professionalità dei bibliotecari. Spero pertanto che nel frattempo (e solo fino al prossimo bando di concorso...) abbiano risolto il problema.
Cordiali saluti
Luigi Siviero

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