venerdì 18 aprile 2014

Dall'11 settembre a Barack Obama: Non per la gloria e David Murphy - 911 di Roberto Recchioni e Matteo Cremona


Metto in rete un paragrafo del mio libro intitolato Dall'11 settembre a Barack Obama. La storia contemporanea nei fumetti.
Il paragrafo è dedicato a Non per la gloria di Roberto Recchioni, uscito nel 2001 su Lanciostory, e David Murphy - 911 di Roberto Recchioni (testi) e Matteo Cremona (disegni), pubblicato da Panini a cavallo fra il 2008 e il 2009.

Per saperne di più sul libro:
Le recensioni e le interviste.
Il sommario.
La descrizione del libro.
Galleria di immagini.



Quinta tavola di Non per la gloria di Roberto Recchioni



Non per la gloria è il titolo di un breve fumetto[1] che Roberto Recchioni realizzò all'indomani degli attentati dell'11 settembre. L'autore romano focalizzò l'attenzione sul concetto di eroismo, all'epoca chiamato in causa dai mass media per celebrare i pompieri che persero la vita nelle Torri Gemelle mentre cercavano di salvare le persone intrappolate negli ultimi piani dei due grattacieli colpiti dagli aerei.
Recchioni rifletté sul concetto di eroismo proposto dai media dopo l'11 settembre prendendo spunto dalle opere sull'argomento a lui più care e consone. Per definire l'eroismo prese come punto di riferimento il cinema, individuando tre modelli di eroi incarnati principalmente da John Wayne, Sylvester Stallone e Bruce Willis. Una caratteristica della prima parte del fumetto è la constatazione che l'idea di eroismo non è immutabile, ma è relazionata a elementi contingenti come la situazione politica in cui l'eroe è chiamato a operare. Così, negli anni della Guerra Fredda, Rocky Balboa fu un eroe che si oppose al comunismo battendo sul ring il pugile sovietico Ivan Drago, mentre Bruce Willis, nel decennio successivo caratterizzato da una situazione di relativa pace globale, fu un eroe che salvò tutto il Mondo impedendo che la Terra venisse distrutta da un gigantesco asteroide.
Il tipico eroe dell'11 settembre – il pompiere che corre verso le Torri Gemelle incurante del pericolo – fu messo in relazione da Recchioni con il modello di eroe incarnato da Bruce Willis in Armageddon. Nel corso di un monologo il protagonista di Non per la gloria pensa:
Il mondo civilizzato era in pace...
Chi aveva bisogno di vendicatori quando non c'era più nulla da vendicare?
(…) Quello che serviva adesso erano uomini pronti a sacrificarsi per l'amore, per l'onore e per l'umanità...
Eroi planetari, in grado di difenderci da ogni catastrofe.
(…) Credo sia stato per quell'idea di eroe che divenni un pompiere.[2]
Un'altra caratteristica delle prime tre pagine del fumetto è che sembrano autobiografiche. L'impressione è dovuta al fatto che l'opera è narrata in prima persona e fondata su un tipo di cinema caro all'autore.  Nella seconda metà del fumetto il presunto elemento autobiografico viene meno, dal momento che viene mostrato ai lettori che il protagonista è un pompiere di New York. Non viene meno invece il fatto che il fumetto sia una riflessione personale di Recchioni sul concetto di eroismo: l'autore utilizzò un personaggio terzo – il pompiere – per esprimere opinioni personali, come confermato dallo stesso Recchioni in un'intervista:
Nella mia piccola sfera personale, l’11 settembre mi ha messo a disagio nel trattare la violenza (cosa strana per me) e mi ha fatto riflettere a lungo sulla figura dell’eroe e di quello che dovrebbe rappresentare (“Non per la Gloria” è un fumetto che parla principalmente di questo)…[3]


Il dirottamento di un aereo in David Murphy - 911 di Roberto Recchioni e Matteo Cremona
È interessante ampliare lo sguardo sulla produzione del fumettista romano per capire come gli eventi degli anni Zero, cioè la ramificata Guerra al Terrore, ma anche disastri naturali quali lo tsunami in Asia, influirono sull'idea di eroismo che era stata proposta all'inizio del 2001. L'opera chiave da accostare a Non per la gloria è David Murphy – 911[4], miniserie bonellide di quattro numeri scritta da Recchioni e disegnata da Matteo Cremona che, proprio come il fumetto breve uscito nel 2001 su Lanciostory, ha come protagonista un pompiere.
David Murphy, viene rimarcato più volte nel fumetto, è il tipico pompiere di provincia che salva i gattini sugli alberi. Un personaggio dalle intenzioni e dal comportamento puri e cristallini (quale deve essere un pompiere che salva i gattini, e quale ci si immaginava fosse, alla fine del 2001, un pompiere dell'11 settembre, di cui Murphy è l'erede) è collocato dagli autori in uno scenario che ha due caratteristiche: ha forti legami con la politica economica neoconservatrice (quindi anche dell'amministrazione Bush) e con le opere di genere.
Quanto al secondo aspetto, David Murphy – 911 può essere visto come una sorta di discorso metanarrativo sulla narrativa avventurosa. Consapevole che il protagonista delle opere di genere è sempre coinvolto in situazioni nelle quali rischia la vita, Recchioni prese spunto da questa caratteristica e inventò una spiegazione narrativa che giustificasse la stessa sorte toccata al suo personaggio (David Murphy appartiene a una famiglia maledetta: generazioni addietro una strega cinese augurò a un ascendente di Murphy e ai discendenti fino alla settima generazione di vivere in tempi interessanti, cioè movimentati continuamente da guerre, disastri naturali e incidenti vari di portata colossale).
Il primo aspetto invece, cioè il legame con la politica economica neoconservatrice, è la vera pietra angolare dell'intera opera. Se Non per la gloria era un'opera sull'11 settembre, David Murphy – 911 è un fumetto sul post-11 settembre. Cosa succederebbe se il modello di eroe altruista ereditato dagli anni Novanta (quello descritto in Non per la gloria) avesse a che fare con la shock economy? Conserverebbe la sua purezza oppure il suo essere un eroe cristallino verrebbe annacquato dal mondo circostante?
La volontà di David Murphy di essere un eroe puro emerge all'inizio del quarto e conclusivo episodio, quando il protagonista, rivolgendosi a due persone dal grilletto facile che vogliono aiutarlo a combattere contro i cattivi, afferma:
...Le armi non mi sono mai piaciute!
(…) Non spareremo per uccidere!
(…) Noi siamo meglio di loro.
Al termine del fumetto, tuttavia, David Murphy ricorre all'omicidio per sconfiggere il suo acerrimo nemico, segno di un tramonto dell'ideale eroico incarnato dal pompiere di Non per la gloria.

 David Murphy - 911 n. 2, copertina di Gabriele Dell'Otto

L'arcinemico del pompiere è Milton Friedman, un economista realmente esistito che negli anni Cinquanta teorizzò un modello di capitalismo caratterizzato da privatizzazione dei servizi, tagli alla spesa sociale e deregulation. Consapevole che riforme di questo tipo sarebbero state impopolari e che la popolazione avrebbe fatto di tutto per opporsi, Friedman sostenne che sarebbe stato necessario attendere che si verificassero degli shock tali da paralizzare e distrarre la società. In seguito a improvvise guerre, colpi di Stato o calamità naturali, la popolazione sarebbe stata così spaesata e spaventata da accettare, non notare o sopportare di mala voglia cambiamenti contro i quali altrimenti avrebbe combattuto. Inoltre gli eventi generatori degli shock avrebbero creato immensi danni la cui riparazione sarebbe stata affidata alle corporazioni lobbiste controllate da quella stessa élite che sarebbe stata favorita dalle privatizzazioni e dai tagli alla spesa sociale. Naomi Klein spiegò il funzionamento di questo modello economico – denominato shock economy o economia dei disastri – e ne ricostruì la storia in un saggio intitolato Shock Economy[5], da cui Roberto Recchioni ricavò il titolo del secondo numero di David Murphy – 911.
Nell'agenda del capitalismo dei disastri occupano un posto di primo piano la (s)vendita di beni e servizi statali (come linee aeree, giacimenti minerari, industrie) a privati, la riduzione delle tasse dei ricchi e l'appalto a società private di funzioni in precedenza appannaggio dello Stato (per esempio la privatizzazione delle scuole e il ricorso a mercenari al posto dei soldati dell'esercito). Il risultato di questa politica economica è l'aumento del numero dei poveri e del divario fra un'élite di ricchi e il resto della popolazione. I politici infatti favoriscono immancabilmente aziende che li corrompono o con le quali hanno legami poco limpidi, concedendo loro contratti di appalto eccessivamente onerosi per lo Stato (e pagati grazie ai tagli alla spesa sociale) e vendendo loro beni dello Stato a un prezzo nettamente inferiore a quello di mercato. Negli anni Zero terrorismo e guerra – grazie alla loro duplice capacità di produrre shock e danni da riparare – furono parte integrante della shock economy. La Guerra in Iraq fu voluta dal governo statunitense guidato dalle corporazioni per saccheggiare le industrie e le risorse petrolifere irachene (quasi regalate alle aziende americane), appaltare la ricostruzione dello Stato distrutto dalla guerra a società statunitensi, acquistare armi da aziende private americane e appaltare a privati lo svolgimento di funzioni ricoperte un tempo dall'esercito.
Se Milton Friedman è l'incarnazione di questo tipo di economia, allora David Murphy, il suo avversario nel fumetto, ne è la simbolica opposizione. Non a caso Murphy è un pompiere ausiliario con uno stipendio modesto (al contrario degli uomini alla guida delle corporazioni[6]) che combatte le crisi facendo volontariato. Più di una volta si presenta sui luoghi dei disastri per mettere a disposizione in maniera disinteressata la sua esperienza di pompiere, a differenza delle corporazioni descritte da Naomi Klein che agiscono per trarre profitto da contratti faraonici per la ricostruzione ottenuti con il lobbismo e la corruzione.

 David Murphy - 911 n. 1, copertina di Gabriele Dell'Otto



C'è una differenza fra David Murphy – 911 e Shock Economy di Naomi Klein. Il saggio della giornalista e studiosa canadese si conclude in maniera ottimista: la Klein riporta numerosi esempi di Stati che si sono opposti con successo al capitalismo dei disastri rimettendo i cittadini al centro della loro agenda politica. In David Murphy – 911 invece l'eroe si macchia di omicidio. Si tratta di prese di posizione soggettive dei due scrittori, dovute a personali rielaborazioni dei fatti di cronaca presi in considerazione durante la scrittura delle loro opere.

Shock Economy di Naomi Klein può essere anche una chiave per capire la differenza fra Non per la gloria e David Murphy – 911. Il discorso sull'eroismo fatto da Recchioni in Non per la gloria era genuino, a differenza delle pagliacciate di cui si erano resi protagonisti i politici:
Gli eroi indiscussi dell'11 settembre erano i colletti blu, gli operatori di pronto intervento, i vigili del fuoco, la polizia e i soccorritori. (…) [I] politici (…) in tutta fretta si erano messi in testa cappellini con il logo NYPD (…) o FDNY.
(…) [P]ersino Dick Cheney indossava un elmetto in quei giorni.[7]
I politici recitavano nelle apparizioni in pubblico, ma dietro le quinte, fin dalla mattina dell'11 settembre, studiavano come utilizzare a vantaggio delle corporazioni lo shock e la distrazione (il discorso sull'eroismo può essere visto come una distrazione) generati dagli attentati dell'11 settembre. Non per la gloria può essere considerata come l'opera di una persona “distratta” (distratta dal piano del governo per favorire gli interessi delle corporazioni, perché la sua attenzione era rivolta a un altro aspetto degli attentati dell'11 settembre, l'eroismo), come “distratta” o shockata era praticamente tutta la popolazione all'epoca. David Murphy – 911 invece è il fumetto scritto da una persona consapevole dell'esistenza di un vasto piano di sfruttamento economico del disastro che all'indomani dell'11 settembre era solo in fase germinale e quasi impossibile da comprendere in tutta la sua portata.


[1]             Roberto Recchioni, Non per la gloria, in «Lanciostory», n. 47, Eura Editoriale, 2001.
[2]             Ibidem.
[3]             Giovanni Agozzino (intervista a Roberto Recchioni), 11-09-2011: Non per la gloria, in http://www.lospaziobianco.it/24546-11-09-2011-non-gloria, marzo 2011.
[4]             Roberto Recchioni e Matteo Cremona, David Murphy – 911, n. 1-4, Panini Comics, Modena, 2008-2009.
[5]             Naomi Klein, Shock Economy. L'ascesa del capitalismo dei disastri, trad. it. Ilaria Katerinov, RCS Libri, Milano, 2007.
[6]             Secondo Naomi Klein nel 1980 negli Stati Uniti gli amministratori delle società guadagnavano quarantatré volte il salario medio di un lavoratore. Nel 2005 gli amministratori guadagnavano quattrocentoundici volte tanto. Ibidem, p. 509.
[7]             Ibidem, p. 338-339.

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